Ansia e…
Tutte le persone provano ansia, trattandosi di un aspetto normale della vita degli esseri umani e non di un disturbo.
L’ansia è una reazione naturale che fa parte della risposta automatica ai potenziali pericoli fisici, la cosiddetta risposta di attacco o fuga, che è presente in tutti gli esseri viventi (compresi gli animali). Quindi, l’ansia ci consente di sopravvivere poiché ci permette di capire quando siamo di fronte a una minaccia e ci prepara ad affrontarla al meglio.
Per poter fornire all’individuo più forza e più velocità per fuggire dal pericolo o lottare contro di esso, durante la risposta di attacco o fuga avvengono modificazioni fisiologiche con lo scopo di far arrivare più sangue ai muscoli e fornire più energia al corpo: la frequenza cardiaca aumenta e la pressione arteriosa si alza, il respiro e la sudorazione aumentano, la mente diventa più vigile e attenta, i muscoli si tendono, la salivazione si riduce. Questi cambiamenti producono, oltre allo stato di paura e preoccupazione, i sintomi fisici tipici dell’ansia: mancanza di fiato, nodo alla gola, nodo allo stomaco, aumento del respiro, tachicardia, sudorazione alle mani, stato di agitazione e tensione muscolare ecc.
La risposta di attacco o fuga si sviluppa immediatamente dopo che si è percepito un pericolo ed è di breve durata, cessando non appena il pericolo si allontana.
Tale risposta può essere istintiva (es: negli esseri umani sono istintive le paure per i serpenti e per i luoghi alti), ma è possibile anche imparare ad avere paura di situazioni non “pericolose per la sopravvivenza dell’individuo” ma che vengono comunque collegate alla percezione di una minaccia per sé e al sentirsi ansiosi.
Tuttavia l’ansia ha anche una valenza positiva poiché può essere utile non solo in situazioni che costituiscono una particolare minaccia per l’individuo ma anche nelle attività che richiedono attenzione, concentrazione e impegno.
Infatti, se si è totalmente rilassati e non si ha un aumento di tensione “accettabile” non si può dare il meglio di sé in compiti impegnativi, come ad es. un esame, un incontro di lavoro ecc.
Possiamo parlare di Disturbo d’Ansia quando l’ansia è eccessiva per intensità e/o per frequenza, quando la risposta di attacco o fuga viene scatenata in modo frequente da stimoli o situazioni poco pericolose e che non rappresentano certo una minaccia per la sopravvivenza. In questo caso la persona prova ansia molto facilmente, in situazioni che non dovrebbero attivarla e in cui la maggior parte delle persone sarebbe tranquilla.
La conseguenza tipica dei problemi d’ansia è l’evitamento, cioè la tendenza a fuggire dalle situazioni, che permette di ridurre rapidamente l’ansia stessa. Tuttavia, nel lungo periodo questa strategia diventa controproducente perché, ogni volta che si metterà in atto allontanandosi da una situazione, aumenterà al tempo stesso la paura di affrontarla.
Inoltre l’evitamento può agire negativamente sull’autostima della persona e può diffondersi anche a situazioni che inizialmente non scatenavano ansia per un effetto di generalizzazione, portando l’individuo a evitare sempre più situazioni e a limitare così la propria vita.
Le persone, inoltre, con il tempo sviluppano l’ansia anticipatoria, cioè iniziano a provare ansia al solo pensiero di dover affrontare quelle situazioni che sanno/pensano potrebbero scatenare l’ansia, e quindi anche in questo caso tendono a evitarle del tutto.